Con la pressione di media, tifosi e dirigenti Geoffrey Kondogbia ha però imparato a fare i conti, e la vive ormai con serenità. Anche quando viene accusato di essere troppo timido in campo:
“Nel calcio di oggi bisogna saper mostrare le proprie qualità individuali e questo non lo so fare ancora. Me lo ripete anche mio padre di mettermi di più in mostra. Non è una questione di timidezza né di menefreghismo, ma devo sforzarmi. Ho fatto sempre fatica il primo anno: prima ti dicono che sei il top e poi il flop, ma non sono preoccupato. Ho già vissuto questa situazione sia a Siviglia che al Monaco”.
Il centrocampista comunque si trova bene all’Inter, in uno spogliatoio “facile, con molti giovani, tanti arrivati da poco: si parla italiano, anche se ci sono molti stranieri, ma è molto piacevole”.
E forse questo ha permesso al francese di integrarsi più facilmente:
“Il cambiamento rispetto al Monaco è stato grande, in Italia c’è molta passione e si lavora tanto sulla tattica: 3-4 sedute video al giorno, in allenamento si provano vari schemi. Sono all’Inter anche per colmare le mie lacune in termini di rigore: non è facile ma bisogna insistere e lavorare”.
Fonte: gazzetta.it
(segnal. da Giovanni Seccia)
“Nel calcio di oggi bisogna saper mostrare le proprie qualità individuali e questo non lo so fare ancora. Me lo ripete anche mio padre di mettermi di più in mostra. Non è una questione di timidezza né di menefreghismo, ma devo sforzarmi. Ho fatto sempre fatica il primo anno: prima ti dicono che sei il top e poi il flop, ma non sono preoccupato. Ho già vissuto questa situazione sia a Siviglia che al Monaco”.
Il centrocampista comunque si trova bene all’Inter, in uno spogliatoio “facile, con molti giovani, tanti arrivati da poco: si parla italiano, anche se ci sono molti stranieri, ma è molto piacevole”.
E forse questo ha permesso al francese di integrarsi più facilmente:
“Il cambiamento rispetto al Monaco è stato grande, in Italia c’è molta passione e si lavora tanto sulla tattica: 3-4 sedute video al giorno, in allenamento si provano vari schemi. Sono all’Inter anche per colmare le mie lacune in termini di rigore: non è facile ma bisogna insistere e lavorare”.
Fonte: gazzetta.it
(segnal. da Giovanni Seccia)